Nuova nikon 3100 la super attesa
Principali differenze rispetto la D3000 sono il sensore CMOS da 14.2 MegaPixel, con il nuovo processore d’immagine Expeed 2 (con riduzione delle aberrazioni cromatiche), la registrazione video in qualità FullHD con autofocus e l’ovvia introduzione della funzione LiveView. Il range di sensibilità ISO sale fino a 12800 (in Hi-2). Altre piccole importanti variazioni sono l’aggiunta dell’uscita HDMI e la possibilità di scatto in RAW+JPG Fine.
Corpo ed ergonomia
La dimensione del corpo è rimasta invariata e per essere una APS-C è decisamente compatta e leggera. Rispetto le piccole mirrorless (a sinistra una Panasonic G2 micro 4/3) altezza e larghezza del corpo sono quasi sovrapponibili, mentre la profondità è più simile a quella delle sorelle maggiori (come la D7000 a destra) per via dello schema sensore + specchio. I controlli subiscono piccole variazioni, in particolare spicca sul retro la leva per attivare la modalità LiveView (che contiene anche il pulsante rosso di avvio registrazione) e in basso a sinistra il nuovo tasto di accesso veloce alle opzioni di scatto. La qualità costruttiva è da entrylevel, ma l’approccio Nikon si nota e dietro un peso di soli 500 gr e l’impiego esclusivo di materiali plastici, si cela una piacevole sensazione di compattezza. L’impugnatura è ben sagomata ma non molto profonda, così come l’altezza che con mani medio-grandi non permette di appoggiare comodamente anche il mignolo. Rimane comunque comoda e così leggera che anche con l’obiettivo del kit 18-55 VR montato, si può usare tranquillamente con una sola mano.
Display
Lo schermo posteriore è da 3″, dimensione ormai standard. Non avendo l’LCD secondario questo diventa l’elemento principale per il controllo della camera, seppure nel mirino si vedano le informazioni primarie di scatto. Si accende immediatamente all’avvio e non avendo un sensore di prossimità va spento manualmente quando non necessario. Conserva la stessa (bassa) risoluzione da 230.000 pixel della D3000. Durante l’uso non si nota come un evidente limite, ma con la nuova funzione video in FullHD un pannello migliore sarebbe stato ben accetto. La luminosità è sufficiente in quasi tutte le circostanze e quando la luce ambientale è troppo forte e diretta, si può selezionare uno schema di visualizzazione differente per migliorare la leggibilità. Quello mostrato in figura è il menu grafico/nero, disponibile anche in verde e marrone, ma c’è anche quello classico, con i numeri più grandi, nelle varianti blu, nero o arancione (per un totale di sei opzioni). Grazie al sensore di rotazione, la grafica si adatta quando giriamo la camera a 90°, risultando chiaramente leggibile anche in tale circostanza.
Mirino
Anche qui nulla di nuovo sotto il sole, rimane lo stesso pentaspecchio con copertura del 95% e rapporto di ingrandimento di 0,78x, che con il FOV crop DX corrisponde ad uno 0,52x in 35mm. In linea insomma con prodotti di pari livello, anche di casa Canon. Mi sembra di notare una piccola modifica anche nella visualizzazione dei punti di messa a fuoco, visto che ora si illumina solo il “puntino”. Preferivo la modalità precedente in cui diventava rosso anche il rettangolo intorno a quello attivo, anche se la nuova soluzione risulta meno invasiva sull’immagine.
Flash
Il Flash si apre a popup nelle modalità automatiche o con il pulsante laterale dedicato. Non è affatto sottodimensionato avendo lo stesso numero guida (12) dei modelli superiori, compresa la D7000. La resa è apprezzabile, anche se nella pratica sono pochi in casi in cui ne consiglierei l’uso. La compensazione dell’esposizione arriva da -3 a +1. Non si possono controllare flash wireless chiaramente, caratteristica appannaggio dei modelli più costosi.
Impostazioni e controllo
La ghiera dei modi si trova in cima sulla destra e comprende oltre ai PASM anche le varie scene, una modalità completamente automatica e la GUIDE, già vista nella D3000. Di fianco un selettore permette di cambiare velocemente la modalità di ripresa: scatto singolo, continuo (3fps), autoscatto e quiet. Quest’ultimo dovrebbe ridurre al minimo il rumore dell’otturatore, ma non è così efficace come sulla D7000, probabilmente perché il piccolo e leggero corpo non riesce ad attutire il suono in equal misura. In classica posizione avanzata il pulsante di scatto a doppia corsa, alla cui base si trova il selettore per l’accensione/spegnimento. Un po’ più arretrati il tasto info (per accendere e spegnere il display) e quello dedicato alla compensazione dell’esposizione.
Sul dorso il blocco fuoco/esposizione (personalizzabile del menu) e l’unica ghiera di modifica delle impostazioni. Il selettore per il LiveView con tasto incorporato è una comoda novità, poi ripresa anche nella D7000. Risulta piuttosto semplice da usare perché in qualsiasi modalità, si attiva il LiveView e si può iniziare immediatamente a catturare un video. Il pad direzionale non subisce variazioni, così come il pulsante di conferma centrale e quello di eliminazione/uscita più in basso. Sulla sinistra oltre alla modalità di revisione (play), menu e zoom-in/out si trova il nuovo pulsante di accesso diretto alle impostazioni <[i]>
Con il modo guida selezionato il menu si trasforma completamente e domanda in tono amichevole all’utente cosa vuole fare, guidandolo in una serie di schermate veramente semplici. Alla fine però le possibilità di intervento saranno praticamente nulle. È una specie di automatico con priorità di scopo definita dall’utente. Una sorta di evoluzione delle scene in cui il fotografo sceglie il tipo di immagine che vuole ottenere. Sicuramente una marcia in più rispetto le classiche impostazioni automatiche, ma praticamente inutile per chi mastichi un minimo l’argomento fotografico.
L’unico pulsante aggiuntivo è quello Fn personalizzabile, che si trova lateralmente, sotto quello del flash. Non si può scegliere di utilizzarlo per l’anteprima della profondità di campo, opzione che manca, ma per modificare il valore ISO o attivare/disattivare alcune funzioni come il D-Lighting e il blocco esposizione/fuoco.
In sostanza c’è molto di più rispetto a ciò che serve al fotografo punta e scatta. E probabilmente anche chi è più tecnico troverà piuttosto facile muoversi tra le impostazioni con i tanti tasti dedicati. Per tutto quello che non si raggiunge direttamente, si può sempre operare tramite il pulsante <[i]> modificando tutti i parametri sul display. Peccato che non vi sia l’accesso diretto per modificare il limite di ISO automatico, cosa che Nikon si ostina a rendere disponibile solo tramite il menu principale (stessa cosa sulla D7000 ad esempio).
AF / Metering / Drive
L’autofocus è sempre il Nikon Multi-CAM1000 ad 11 punti, già visto su D3000/D5000. In quanto entrylevel non possiede un proprio motore interno, per cui con le ottiche che ne sono sprovviste bisognerà focheggiare manualmente (di norma appare un pallino verde in basso a sinistra nel mirino per segnalare la messa a fuoco corretta). Vi è una nuova modalità AF-F disponibile in Live View che permette di avere il fuoco permanente automatico, attivabile su un’area specifica, su tutto il quadro o sui volti. Purtroppo la resa non è un granché, specie per i filmati, in quanto ha la tendenza a risultare molto nervoso, andando avanti e indietro ricercando il fuoco. Sotto questo aspetto Panasonic e Sony sono messe decisamente meglio, sia per una maggiore velocità nella messa a fuoco passiva, che per un passaggio più graduale e ponderato, che va da punto a punto senza passare prima dal completo fuori fuoco. A meno di tollerare questo effetto, converrà probabilmente non cambiare la messa a fuoco durante la registrazione o al massimo farlo manualmente. Inoltre anche usando obiettivi AF-S il rumore del motore si avverte in registrazione.